Rosai: le piantagioni e la potatura

L’ABC della messa a dimora e del taglio dei rami

Rosai: le piantagioni e la potatura

Se il terreno è asciutto ma non gelato o coperto di neve, nelle zone costiere e in Val Padana alla fine di gennaio-inizio di febbraio si possono piantare i rosai, scegliendo posizioni soleggiate e lontane da altre piante.

Si piantano canne di bambù nel terreno a sostegno dei nuovi rosai, pressando bene il terreno, e si tolgono solo al momento della potatura.

Se non lo si è già fatto in autunno, bisogna preparare il terreno concimandolo possibilmente con stallatico ben maturo, e nel caso completando (su terreni tendenzialmente poveri) con un po’ di perfosfato minerale e solfato potassico.

Da Firenze in giù dalla seconda metà di gennaio e nel Nord dall’inizio di febbraio si devono potare i rosai rifiorenti, se è già stato fatto al momento della caduta delle foglie.

Bisogna fare sempre attenzione alla varietà, visto che alcune cultivar moderne, come il gruppo delle ’Sevillana’ di Meilland, non necessitano di potature tranne quelle di contenimento, ogni due-tre anni, nel caso in cui siano eccessivamente vigorose per lo spazio che è stato loro assegnato.

Conoscere le varietà acquistate e le loro specie originarie è indispensabile per operare in maniera corretta, visto che la tecnica di potatura cambia a seconda che si tratti di ibride di Tea, ibride perpetue, Floribunde, lillipuziane, Poliante, pompon.

Dov’è possibile, sostituire i vecchi rami indeboliti con i nuovi, prodotti la scorsa estate. Non tagliare mai troppo corto, anche perché le gemme prossime alla base dei rami sono spesso imperfette, e generano una vegetazione imperfetta.

Dopo la potatura è meglio fare un trattamento anticrittogamico con poltiglia bordolese, lavorando poi il terreno in superficie e interrando il concime, organico o minerale.

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